Micorrize e biodiversità
Dallo Yorkshire un esperimento per arricchire la biodiversità dei rimboschimenti

Foto di G.Palumbo (archivio iconografico BioPhilia Wind&Sun Srl)

Affinché un bosco possa crescere sano, capace di inglobare una biodiversità ricca di complessità e proprio per via di questa ricchezza, diventare progressivamente un ecosistema in equilibrio, sono necessari funghi micorrizici, espressione essi stessi di complessità ed equilibrio.

Le micorrize sono associazioni simbiotiche tra i funghi del terreno (dal greco mycos) e le radici (dal greco rhiza) non lignificate delle piante. La simbiosi avviene proprio nell’apparato radicale delle piante agevolando la produzione di un microambiente sfavorevole ai parassiti e, più in generale, ai patogeni, aumentando la disponibilità di nutrimento a vantaggio dei due organismi coinvolti. Si tratta di un vero e proprio mutualismo nel quale i due organismi crescono in una situazione spaziale di prossimità.

Nello Yorkshire, in Inghilterra, sta partendo un esperimento di ripristino ambientale da parte di un gruppo di ecologi i quali, prelevano con molta cura del terrendo a est di York, precisamente ad Hagg Wood e lo trapiantano a 15 chilometri di distanza, nello York Community Woodland, dove in una ottantina di ettari si piantumerà un bosco col fine di implementare la biodiversità del territorio. Ogni “nucleo” di terra estratto nel bosco maturo, da trapiantare poi nel nuovo bosco, contiene circa 300 differenti specie di funghi, del tutto invisibili a occhio nudo ma di fondamentale importanza per la strategia di crescita delle piante e il mantenimento di un ottimale stato salute delle foreste, favorendo, altresì, la sostenibilità dei suoli e la crescita sana degli alberi grazie alla disponibilità di sostanze nutritive resa possibile proprio dalla relazione simbiotica e dall’acqua.

Foto di G.Palumbo (archivio iconografico BioPhilia Wind&Sun Srl)

Il progetto è curato da Forestry England, l’azienda inglese di proprietà pubblica che sta avviando un vero e proprio esperimento di ripristino della natura, spostando un terreno ricco di funghi vitali da un antico bosco a un sito appena piantato nel North Yorkshire. Questo approccio innovativo mira a ripristinare (e a implementare) le specie mancanti, fondamentali per una crescita sana degli alberi e per la sostenibilità del suolo, e potrebbe aprire la strada all’utilizzo di questo metodo in tutte le foreste inglesi. La resilienza dell’ecosistema boschivo in formazione permetterà una forte resistenza del bosco nei confronti di potenziali patogeni e la crescita del nuovo manto forestale sarà più rapida, decisa e complessa. Questa capacità di resistere delle foreste spesso non si evidenzia negli impianti di rimboschimento realizzati nel secolo scorso perché è mancata questa attenzione e la creazione naturale di tale complessità richiede tempi lunghissimi ai quali, spesso, gli stessi boschi, impiantati mutili di tale sagacia, non sopravvivono.

Le operazioni di “trasloco” saranno eseguite con particolare attenzione e saranno realizzate continue analisi del DNA ambientale della foresta attraverso specifici prelievi di campioni di terreno. La sperimentazione nello Yorkshire consentirà di estendere le conoscenze complessive per una migliore gestione degli ecosistemi boschivi, in particolare per la cura dei danni dei boschi e per gli impianti di boschi nuovi.

Se il progetto avrà successo potrà essere esportato in tanti altri siti nei quali si intende effettuare rimboschimenti con un criterio nuovo, basato sulla ricchezza di biodiversità, di alimenti e di salute (e quindi di capacità resilienti) per i boschi stessi.

Gianni Palumbo

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