Nativi e parchi eolici in Canada
un passo fondamentale nell’interesse delle popolazioni native

Foto di L. Giussani (archivio iconografico BioPhilia Wind&Sun Srl)

In Canada si realizzeranno otto nuovi parchi eolici con una governance a maggioranza indigena (al 51%). Questa operazione, senza precedenti, di realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile condivisa col territorio, sarà realizzata nella British Columbia, la Columbia britannica, provincia della west-coast canadese.

La grande novità di questo progetto di sviluppo di impianti eolici risiede nel fatto che il governo canadese sviluppa le proprie relazioni, in termini di interessi sociali ed economici, direttamente con le First Nations per far progredire la riconciliazione con i popoli nativi e anche per stabilire la condivisione di un protocollo di azioni tra i rappresentanti degli interessi dei nativi e le aziende che cercano opportunità di investimento e di crescita in British Columbia. Per realizzare questa opportunità fondamentale si è pensato di coinvolgere, formalmente, le cosiddette Firsts Nations, le comunità dei nativi americani che erano proprietarie dei luoghi prima della colonizzazione europea del XVIII secolo. Questa partecipazione è stata intesa come necessaria già nelle prime fasi di pianificazione del progetto (che è in realtà un insieme di progetti), prima dei processi di consultazione formale del governo.

Per meglio chiarire il concetto di First Nation, è il caso di specificare che si tratta di un termine entrato nell’uso comune negli anni ’70 del secolo scorso al fine di sostituire la parola “indiano” (un termine dell’Indian Act del tempo della colonizzazione europea) che alcuni ritenevano offensivo. Sebbene il termine “First Nation” sia ampiamente utilizzato, non ne esiste una netta definizione legale. Tra i suoi usi, il termine “popoli delle Firsts Nations” si riferisce ai popoli indiani del Canada e ad alcune bande indiane che hanno adottato il termine “First Nation” per sostituire la parola “banda” nel nome della loro comunità.

Identificare tutte le Firsts Nations che hanno interessi (di ogni tipo, non solo quindi economici, ma anche sociali, economici, materiali, spirituali) nell’area dell’attività governativa proposta è stato il primo passo del lungo processo di condivisione. Gli interessi dei nativi sono stati minuziosamente reperiti in: trattati, fascicoli di controversie, decisioni di tribunali, “dichiarazione di intenti” nel processo dei trattati della British Columbia con i nativi, affermazioni pubblicamente note, studi sull’uso tradizionale del territorio, informazioni o corrispondenza precedentemente fornite dai nativi al governo.

I gruppi preferiti ai fini della consultazione sono state bande o gruppi comunitari più ampi o nazioni che condividono lingua, tradizioni, costumi ed esperienze storiche. Il fatto che una banda, un consiglio tribale o più di un gruppo siano stati coinvolti nella consultazione è dipeso dalla storia dei gruppi della First Nation di volta in volta interpellata, da ciò che hanno precedentemente comunicato al governo in merito alle loro relazioni di consultazione preferite e dall’esistenza di eventuali specifici accordi in materia.

Il Clean Energy Act, atto formale e sostanziale del governo della British Columbia, ha permesso la creazione del First Nation Clean Energy Business Fund (FNCEBF). Il Ministero delle Relazioni Indigene e della Riconciliazione è responsabile dell’amministrazione del fondo e si avvale delle competenze di tutto il governo provinciale per valutare le domande.

Il FNCEBF promuove una maggiore partecipazione delle comunità indigene nel settore dell’energia pulita all’interno dei loro territori tradizionali e delle aree sottoposte a trattato. Il Fondo prevede accordi generali di condivisione tra il governo della British Columbia e i candidati selezionati per il finanziamento. Il Fondo, inoltre, prevede anche accordi di condivisione delle entrate economiche tra il governo del British Columbia e le Firsts Nations ammissibili.

Mappa della British Columbia e suddivisione in Distretti
(tratta da https://www.worldatlas.com/maps/canada/british-columbia)

Ecco dove si sviluppano 3 di questi 8 progetti e chi è il socio di maggioranza per ciascuno dei progetti di impianti eolici:

  1. Progetto eolico K2: Il progetto eolico K2, da 160 MW, si trova nel centro della Columbia britannica, circa 33 km a ovest di Peachland / Westbank. Questo progetto è frutto di una collaborazione tra Westbank First Nation (51% equity) e Innergex (49%).

La Westbank First Nation è una “banda” autogestita delle Firsts Nations nella regione dell’Okanagan, nella Columbia Britannica ed è una delle otto bande che compongono l’Okanagan Nation Alliance del popolo Syilx. La Westbank First Nation (WFN) è governata da un capo (attualmente Chief Robert Louie) e da quattro consiglieri, eletti ogni tre anni dai membri della WFN (il mandato attuale è 2023-2025). Ad aprile 2019, la WFN contava 914 membri e contava più di 200 dipendenti.

  1. Nithi Mountain Wind Project: situato nella regione di Bulkley-Nechako del nord del B.C., il progetto Nithi Mountain Wind da 200 MW è sviluppato in collaborazione con Stellat’en First Nation (51% equity) e Innergex (49%).

La Stellat’en First Nation è la “banda” governativa del sottogruppo nativo Stellat’en del popolo Dakelh, nella regione di Omineca, dell’interno centrale della Columbia Britannica, Canada, circa 160 km a ovest di Prince George.

  1. Stewart Creek Wind Project: In collaborazione con West Moberly First Nations (51% equity), questo progetto di energia eolica da 200 MW nella Regione per la Pace del Nord-Est B.C. è co-sviluppato con Innergex (49%).

La West Moberly First Nations è una First Nation situata nel Peace River Country, nel nord della Columbia Britannica. Rientra tra i gruppi culturali e linguistici Cree e Dunne-za. La West Moberly First Nations faceva parte della Hudson Hope Band fino a quando, nel 1977, la banda si frammentò trasformandosi nelle odierne Halfway River First Nation e West Moberly First Nations. La First Nation si trova nella riserva West Moberly Lake 168A, all’estremità occidentale del lago Moberly, a circa 90 km a sud-ovest di Fort St. John.

Gianni Palumbo

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